Il Sinodo Valdese contro il Decreto Sicurezza

Il Sinodo Valdese contro il Decreto Sicurezza

Nel corso del suo Sinodo annuale, la Chiesa Valdese ha espresso un netto giudizio sui decreti sicurezza approvati dal governo uscente.
La Chiesa Valdese è una confessione cristiana protestante di antichissima tradizione che negli anni ’70 ha firmato un patto d’integrazione con la Chiesa Metodista, è presente soprattutto in Piemonte, nelle Valli Valdesi, ma non mancano luoghi di culto anche in Campania, nelle provincie di Napoli e Salerno.

La Chiesa Valdese è nota per le sue posizioni progressiste su questioni etiche e per le attività solidali sostenute  – in Italia e all’estero – con i fondi ottenuti tramite l’Otto per Mille. Il suo più alto livello assembleare è costituito dal Sinodo delle Chiese Metodiste e Valdesi – dove siedono rappresentanti delle chiese locali e dei Pastori e delle Pastore – che si riunisce una volta l’anno a Torre Pelice (TO) e affronta tematiche inerenti l’amministrazione e l’organizzazione della Chiesa nazionale, compresi i rapporti con lo Stato italiano.

Nel corso della riunione di martedì 27 agosto, la Chiesa Valdese ha discusso di nuove povertà e immigrazione alla luce dei due provvedimenti ormai noti come decreti Sicurezza e Immigrazione (la Legge 132/2018 e Legge 77/2019).
Il Sinodo ha chiesto alla Tavola valdese insieme alla Commissione sinodale per la Diaconia, organismo che si occupa dell’azione sociale della Chiesa, di  “predisporre e proporre, a seguito dei tagli ai servizi introdotti dal Decreto Sicurezza, progetti di integrazione e accompagnamento” e di “modulare il proprio lavoro di accoglienza tenendo conto delle concrete situazioni sociali e politiche dei territori e sviluppare, nel medio periodo, interventi per l’inclusione, rivolti in modo trasversale agli ‘ultimi’, sia italiani che stranieri”.

A destare maggiore preoccupazione c’è la questione delle mancate iscrizioni anagrafiche e concessioni di residenza ai titolari di protezione internazionale: “Si prefigurano limiti all’accesso ai diritti fondamentali quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla casa e al lavoro. Invitiamo le Chiese – si legge nella delibera – a chiedere che nei Comuni dei propri territori i sindaci autorizzino il rilascio della residenza, come già avvenuto in alcuni Comuni o a seguito di talune ordinanze giudiziali”.

Il riferimento è a quelle azioni di “disobbedienza costituzionale” di alcuni sindaci (primo fra tutti il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando, seguito subito da de Magistris a Napoli) che, nonostante i divieti, hanno proceduto con l’iscrivere ugualmente all’anagrafe i migranti, o anche al caso di Bologna, dove una sentenza di tribunale chiarì già molti mesi fa l’obbligo di iscrizione, con soddisfazione espressa dal sindaco Virginio Merola.

Non è la prima volta che la Diaconia Valdese è chiamata a realizzare progetti e azioni a supporto di migranti, richiedenti asilo e rifugiati: i progetti di accoglienza diffusa, mediazione culturale e facilitazione dell’accesso ai servizi socio-sanitari sono molto numerosi, anche considerando che i fedeli valdesi in Italia sono solo circa 20mila.
La Chiesa Valdese accoglie circa 1000 migranti tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia e Campania, collaborando con i Comuni, il sistema SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria).

Insieme alla Federazione Chiese Evangeliche Italiane (Fcei) e alla Comunità di Sant’Egidio si occupa del progetto di Corridoi  Umanitari.

La posizione ufficiale della Chiesa sui fenomeni migratori è contenuta in un documento  ufficiale della Diaconia approvato il 17 agosto 2017 nel quale afferma, tra l’altro, di ritenere “pericoloso ed eticamente inaccettabile dividere il mondo in chi vive al di qua e al di là di una frontiera (…), tutti coloro che attraversano o vogliono attraversare frontiere internazionali hanno diritto ad una procedura che definisca il loro status legale”.

In seguito al Sinodo, Stranieriincampania ha incontrato Dorothea Müller, pastora della Chiesa del Vomero, che ci ha parlato della delibera relativa all’accoglienza migranti: “Io ero molto a favore di questa delibera che condivido in pieno e sono molto contenta di vivere in un comune che già applica questa nostra richiesta. Sono anche molto contenta di tutti i ricorsi che i singoli richiedenti asilo hanno vinto per contrastare il decreto sicurezza. Perché secondo me ogni persona che arriva qui ha il diritto di poter fare domanda di Asilo, il diritto di dimostrare che è qui giustamente, e poi uno dei diritti fondamentali è quella dell’iscrizione all’anagrafe. Perché senza iscrizione anagrafica le persone perdono i diritti fondamentali, come il diritto alla salute, essenziali per un percorso di integrazione”.

Ci siamo fatti raccontare anche quali sono le iniziative della Chiesa Valdese attive in Campania in questo momento: “A Napoli i servizi più sviluppati sono due, uno è il progetto di accoglienza legato ai corridoi umanitari, abbiamo accolto, attualmente, il terzo nucleo familiare che viene seguito da noi, e poi abbiamo il Community Center, uno sportello di ascolto attivo che si rivolge agli stranieri ma anche agli italiani e che vuole essere un servizio aperto a tutta la cittadinanza. Inolre seguiamo il gruppo dei richiedenti asilo che quattro anni fa era stato espulso da un centro di accoglienza straordinaria e che avevamo accolto all’interno della nostra chiesa. Continuiamo a seguire questo gruppo, qualcuno nel frattempo è andato via da Napoli, e cerchiamo di seguirli e supportarli nel loro percorso di autonomia. Un altro progetto gestito con altre Chiese evangeliche napoletane è l’Ospedale evangelico solidale Villa Betania, dove offriamo prestazioni gratuite a chi non ha possibilità di pagarsi le cure sanitarie, sia italiani che stranieri. All’interno dell’Ospedale sono attive due iniziative ‘Mi prendo cura di lei’ e ‘Rose Rosa’.

La pastora Müller ci ha tenuto a sottolineare quanto sia importante che tutti gli operatori del terzo settore riescano ad agire in sinergia tra loro: “Per quanto riguarda i corridoi umanitari abbiamo firmato un protocollo con il Comune, la Comunità di Sant’Egidio, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, la Fondazione evangelica Betania, la Fondazione A.O.R.N. Santobono-Pausilipon, Chi Rom e Chi No e a breve dovrebbero entrarci anche Dedalus e Less. I nuclei familiari che arrivano vengono presi in carica da tutto questo gruppo per facilitare i percorsi di autonomia. L’intesa è stata firmata tre anni fa, ma la delibera è arrivata lo scorso dicembre. Abbiamo deciso di partecipare perché per noi fare rete è molto importante. Cerchiamo sempre di fare rete ed essere presenti nelle diverse iniziative.”
Abbiamo concluso nostro incontro chiedendo alla pastora Müller le prossime iniziative della Chiesa Valdese a Napoli: “Un progetto che abbiamo è quello di riutilizzare un immobile abbandonato nella zona di Sant’Anna di Palazzo, speriamo di recuperarlo, in collaborazione con il Comune di Napoli, per offrire nuove attività sociali alla cittadinanza”.